L’altra Portonovo: Santa Maria e il laghetto segreto

Approfittando del primo sole un po’ più caldo e sgombro di nuvole di questo pazzo aprile italiano ci siamo recati a Portonovo per visitare la restaurata chiesa tardo-romanica di S. Maria.

Ore 10:30 aprono il cancelletto e qualche timido visitatore si affaccia al piccolo sentiero che per pochi metri ci accompagna verso l’ingresso allo spiazzo che si apre sulla chiesetta.

Qualche pozzanghera resiste all’ombra della fitta vegetazione di pini e ulivi. E tra la stessa vegetazione con stupore scopriamo delle abitazioni, altrimenti nascoste dall’alto dello scorcio di Portonovo.

Ci addentriamo e rimaniamo piacevolmente affatati dai due ulivi che semi-nascondono il portale della chiesa (di cui abbiamo già parlato nell’articolo dedicato al gioiello romanico): la luce del sole che inizia a montare sul Conero alla nostra destra, inquadra questo esempio di architettura secolare e la incornicia tra il verde e l’acquamarina del mare che mena brezza da dietro.

facciata Santa Maria di Portonovo

Scattate alcune foto, e prima di entrare, decidiamo di fare un giro intorno alla struttura.
Con sorpresa, notiamo un paio di piccole zone recintate dentro cui vi sono resti di pietre che, il custode ci spiegherà alla fine, sono evidenze dell’antica struttura ormai persa e forse oggetto di ulteriori scavi e restauri.

Il restauro, veramente ben eseguito nel pieno rispetto della tecnica e dei materiali, ci fa scoprire delle pietre che hanno incise iniziali, nomi interi seguiti da date – risalenti per lo più alla metà del secolo scorso di cui ci chiediamo l’origine; ci siamo chiesti se fossero persone oggetto di servizi celebrativi (matrimoni) o riti religiosi funebri, magari qualcuno che ne ha voluto lasciare l’impronta scalfita nella dura pietra; o se fossero persone che hanno prestato lavoro, magari piccole manutenzioni; o più semplicemente il vezzo – oggi sostituito da sprays e altri metodi più invasivi quanto oggettivamente meno belli da vedere – di lasciare traccia del proprio passaggio in questo spaccato di mondo che ci porta fuori dal mondo convulso, in una pausa surreale di un angolo incastonato tra la baia marina e il monte Conero.

Abbiamo chiesto con un messaggio alla Soprintendenza lumi e speriamo di riceverne: non crediamo che quelle iniziali incise nelle pietre, sarebbero state lasciate lì anche a seguito di lavori di restauro, né che possano essere postume. Vi aggiorneremo in merito.

Finito il giro intorno alla struttura, con scorci da lasciare esterrefatti, entriamo nella chiesetta e ci godiamo una breve permanenza a rimirare lo sforzo del restauro, laddove è stata lasciata intatta una porzione di muro con travatura in legno originale; o la pulizia di volte e colonne: insomma, un lavoro ben veramente ben fatto che lascia piena godibilità di un tale esempio di arte tardo-romanica.

Lasciando la chiesa, ci avviciniamo al registro visitatori e notiamo con piacevole sorpresa che ci ha preceduto una coppia di persone dal Barhrein! Usciamo, salutiamo il custode in piena lettura nello spiazzo antistante e imbocchiamo il sentiero per il ritorno.

Il laghetto segreto di Portonovo

A circa metà del breve percorso, notiamo ciò che all’andata non si era manifestato: tra gli alberi, scorgiamo uno specchio d’acqua sulla sinistra e ci domandiamo: ma i laghetti sono al lato opposto e il mare è alla nostra destra: questo specchio d’acqua che cos’è?

Spostiamo due rami dei cespugli che cingono quel lato di sentiero ed entriamo nella boscaglia; due passi e si apre un vero e proprio scrigno che contiene un piccolo specchio d’acqua immacolato ai piedi del Conero che gli si staglia dietro in tutta la sua imponenza: un lago segreto, di cui non è nota l’esistenza; vediamo un solco tracciato e ciò che rimane di una tubazione di cemento che si interra e finisce sotto il sentiero appena lasciato: allora, pensiamo che il lago segreto dovrebbe essere uno spazio in cui refluisce l’acqua del mare quando la baia riceve correnti mosse o marosi, non rari da queste parti.

cartello PortonovoIn ogni caso, è uno spaccato imbrigliato nella vegetazione che regala un’emozione imperdibile, specie se accompagnata all’alzo immediato verso la macchia mediterranea che troneggia sul fianco del Conero.

Contenti di aver scoperto quest’angolo di pace, incontaminato (ci auguriamo, è vero!?) e solatio e decidiamo di chiudere la nostra visita uscendo dalla boscaglia…veniamo attratti dal vecchio cartello che indicava verso la chiesa, ma notiamo che è una freccia al contrario: non potevamo non fotografarne l’ironia!

Dalla chiesa S. Maria di Portonovo (e dal suo lago segreto!) vi salutiamo aggiornandovi sulle misteriose iscrizioni!

Francesco

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